VIA CANESTRINI CEMENTO AL POSTO DEL VERDE: IL QUARTIERE DICE NO, MA LA GIUNTA COMUNALE APPROVA

Addio al verde di via Canestrini: il sì di Palazzo Moroni rovina per sempre uno dei pochi cunei verdi rimasti a dar respiro alla città. Il voto contrario del Consiglio di Quartiere 4 non è stato preso in considerazione, forse per distrazione, forse no. Ecco l’urbanistica partecipata in salsa padovana.

 

A raccontare la vicenda è Davide Sabbadin, del Direttivo di Legambiente Padova. “Si chiama Proposta per un parco urbano integrato tra il parco Iris e il canale San Gregorio. In realtà è una colata di cemento proposta dalla Coop La Traccia, Coop l’Operatore, e Soles spa, aziende che fanno riferimento all’area della Compagnia delle Opere, che rovinerà per sempre uno dei cunei verdi che gli ambientalisti hanno cercato, invano, di salvare dalla variante al piano regolatore voluta dagli Assessori Riccoboni e Mariani. 
Stiamo parlando dell’area compresa tra le vie Forcellini e Canestrini, dove esiste una vasta fascia di campi parzialmente occupati da un giardino pubblico che unisce il canale San Gregorio con la città. Lungo quelle aree coltivate corre l’unica vera pista ciclabile di Padova, che porta dall’ospedale a Voltabarozzo. Tutto questo sarà sostituito da palazzi costruiti a palafitta, stretto budello di verde (beffardamente chiamato “parco” nel progetto di lottizzazione) che corre fino al fiume fiancheggiato da condomini e da una nuova strada che taglia il pur stretto budello.

Lo scorso 6 dicembre il Consiglio di Quartiere 4, riunitosi in fretta per deliberare sul piano d’area che programma l’immenso lotto, lo ha bocciato quasi all’unanimità, con un subisso di motivazioni, tra le quali spiccavano l’inutilità, l’inadeguatezza viaria, la speculazione evidente: Il giorno dopo la Giunta comunale ha approvato il piano d’area dichiarando che il quartiere non aveva espresso pareri in merito. Il parere del quartiere non era riuscito, in 24 ore ad arrivare a Palazzo Moroni….!”
”Temiamo che situazioni del genere si ripetano sulle altre aree di perequazione – conclude Sabbadin. “Le cementificazioni più vergognose sono spesso camuffate da parchi o da spazio pubblico. Si pensi alla vistosa speculazione edilizia compiuta a Montà che va sotto il nome di "Parco Montà" solo perché, dietro ai palazzoni, tra la ferrovia e l’elettrodotto, corre una striscia di verde che teoricamente è un giardino pubblico. O ancora, si pensi alla "Piazza" del quartiere Forcellini, rinnovata e rimodellata in maniera da essere funzionale esclusivamente al supermercato che vi sia affaccia. Non sappiamo se l’assessore Mariani, approvando il piano, si sia ricordato della promessa, fatta al momento dell’approvazione della variante, di attivare la progettazione partecipata per le edificazioni nei cunei verdi. Sono passati meno di due mesi, ma in effetti, sembrano anni…”