Vicolo Castelfidardo, un recupero urbanistico che non si guarda attorno

Un gruppo di cittadini, residenti nelle vicinanze dell’ex deposito della ditta Grassetto in vicolo Castelfidardo, ci scrive in relazione alla delimitazione dell’ambito di intervento, che il Consiglio Comunale ha di recente approvato per la predisposizione, in quell’area, di un piano attuativo.

In particolare lamentano che l’amministrazione sta per dare il via alla costruzione di circa 10.000 mc. di edilizia residenziale, con un indice fondiario di 2 mc/mq, in un’area che: “è già stata duramente penalizzata da dalla costruzione abnorme e mostruosa del centro di Foniatria, il quale continua a provocare inquinamento acustico, emissioni di gas, riscaldamento di tutta l’area e disturbo continuo ai residenti perché mancante di un parcheggio”.

Il comitato chiede che gli amministratori, prima di decidere, facciano un sopralluogo e precisano che: “L’ex Grassetto è un’area artigianale costituita da magazzini bassi e con una cubatura molto ridotta, la si vuol trasformare in un’area residenziale costruendo 36-50 appartamenti con una cubatura che la zona, già densamente abitata, non potrebbe sostenere per i seguenti motivi:

  • Le fognature sono obsolete e già creano problemi ai residenti perché basta un temporale per allagare strade, garages e scantinati.
  • L’illuminazione delle strade è costituita da lampade vecchie affisse a vecchi pali e i fili della corrente sono volanti e mal sicuri.
  • Vicolo Castelfidardo è stretto, tortuoso, privo non di parcheggi, che sarebbe troppo pretendere, ma persino di marciapiedi perché non esiste nemmeno lo spazio per costruirli.
  • Via Rodi è una piccola strada chiusa che fagià fatica a sostenere il traffico locale.
  • Via Castelfidardo sopporta a malapena il passaggio dei veicoli che arrivano dalla cintura urbana ed extraurbana e si troverebbe intasata da altri 50-100 veicoli.
  • Non esiste localmente un’area verde pubblica eppure la zona è già densamente abitata da famiglie con bambini, giovani, anziani che vorrebbero sì una riqualificazione della zona, ma con costruzioni abitative che siano compatibili con l’ambiente e che offrano del verde al quartiere”.

Nel merito dell’esposto, sappiamo che l’indice volumetrico attribuito alle ex zone produttive, per incentivarne il recupero, è stato abbassato dalla precedente Giunta Zanonato dai 5 mc/mq assegnati in precedenza a 2 mc/mq, così come sappiamo che l’esigenza di spazi verdi sarà soddisfatta dalla realizzazione del parco del Basso Isonzo, ma ci sentiamo comunque di condividere le preoccupazioni degli abitanti di vicolo Castelfidardo e di via Rodi in quanto se da un lato l’intervento eliminerà una situazione di degrado edilizio, dall’altro aumenterà lo stato di sofferenza del territorio circostante. Non sarebbe il caso che in questi progetti di recupero urbanistico l’ambito di intervento fosse esteso all’intero isolato? Si potrebbe così inquadrare la riorganizzazione di un ambito territoriale significativo in un piano guida, da realizzare ovviamente per stralci ma s econdo un disegno unitario in grado di dare soluzione, in un ragionevole arco di tempo, a gran parte di quelle problematiche che un disordinato sviluppo del territorio ha finora prodotto.

Lorenzo Cabrelle – Direttivo Legambiente Padova