Caro Presidente,
siamo un’associazione giovanile, nata spontaneamente in seguito ad un grande evento in cui la popolazione di Limena (PD) e di altri paesi limitrofi, ha manifestato il proprio dissenso al progetto tratto Nord del Grande Raccordo Anulare di Padova (Grap).
La zona individuata per il passaggio della camionabile Grap a Limena è ilparco naturalistico denominato Tavello, soggetto a vincolo S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria; n° IT3260018 "Grave e Zone Umide della Brenta" – 92/43/CEE Direttiva Habitat) e Z.P.S. (Zona di Protezione Speciale dell’area Golenale della Brenta).
Il Tavello è un parco naturalistico con un paesaggio, una fauna e una flora caratteristici e affascinanti; luogo rimasto inalterato nel tempo, con la tipica vegetazione golenale e la presenza di molte specie animali, il Tavello costituisce l’habitat ideale di falchi, volpi, lepri, aironi ed altri animali.
In quest’ambiente costituito da campagne coltivate e piantagioni di pioppi si trovano due ville venete dalla nobile eleganza: Villa Pacchierotti e Villa Trieste. In quest’ultima vi è un giardino acquatico progettato dallo Jappelli e percorso da piccoli corsi d’acqua e laghetti che ricreano un ambiente golenale.
Le motivazioni che ci spingono a batterci per il Tavello sono molte.
Le scriviamo da veneti a un veneto doc, come Lei ama definirsi, ma prima ancora da figli della terra su cui siamo nati, figli di quella stessa terra che negli ultimi anni si è vista atrocemente mutilata e devastata da una cementificazione sregolata e selvaggia.
Le scriviamo perché, in un momento come questo, in cui la politica sembra allontanarsi sempre più dalla popolazione, speriamo che Lei si faccia portavoce di quella stragrande maggioranza di cittadini padovani che non vogliono questo mostro cementizio.
Perché, per una volta si facciano gli interessi della popolazione e non quelli delle lobby del cemento. Perché, “vale la pena ricordare che fino a quando il dramma non ci ha schiaffeggiato in prima persona, erano pochi e inascoltati i profeti della prevenzione…” (estratto di un comento di Luca Zaia pubblicato sul suo sito, n.d.r.).
A tal proposito è necessario ricordare la valutazione del Professore D’Alpaos, professore ordinario di idraulica dell’Università di Padova (D’Alpaos ha fatto parte della “Commissione De Marchi”, che esaminò la situazione dei fiumi veneti dopo l’alluvione del ’66).
Il professore spiega che il Tavello è un bacino naturale, indispensabile per contenere le eventuali anomalie del flusso idrico del fiume Brenta, che, pochi chilometri a valle, scorre attraverso la città di Padova.
Il Professore sostiene sia un grave errore tagliare il Tavello con una strada e altrettanto pericolosa sarebbe la costruzione di un ponte obliquo (come previsto nell’ultima variante), opere che, di fatto, comprometterebbero la funzione idraulica della zona.
Inoltre, la pericolosità della situazione cresce esponenzialmente se si tengono in considerazione i forti cambiamenti climatici in corso e l’incremento senza precedenti di precipitazioni “straordinarie” avvenute negli ultimi anni.
Crediamo che, per tutte queste ragioni, etiche, sociali e tecniche, sia indispensabile bloccare la costruzione del Grap.
Speriamo di non passare inascoltati e, un giorno futuro, dover indossare le vesti di quei “pochi e inascoltati profeti della prevenzione”.