Anello ciclabile, un appello per salvare il paesaggio

Nell’intento delle associazioni che l’hanno proposto, l’anello ciclabile dei Colli non dovrebbe essere visto solo come un circuito sicuro, agevole, accessibile a tutti, ma anche come un progetto esemplare di integrazione col paesaggio, finalizzato alla sua valorizzazione. Avrebbe dovuto rappresentare, questo aspetto, uno degli elementi più convincenti di attrazione – e quindi di successo – dell’opera.
In realtà, le cose non sono andate proprio nel modo auspicato: alcune parti sono state anzi realizzate in stridente contrasto con questo obiettivo (si vedano ad esempio i vistosi sbancamenti effettuati in via Liviana). Il rischio è che ora, nel condivisibile intento di chiudere finalmente i lavori, si facciano addirittura dei passi indietro, peggiorativi rispetto ai risultati finora ottenuti.

Uno dei casi più emblematici (non l’unico, purtroppo) è quello del tratto tra Lozzo A. e Vo’ Vecchio, tratto già realizzato una decina di anni fa, tutto in sede propria, sull’argine sinistro del Bisatto, affacciato su una delle più belle e integre valli pedecollinari, sullo sfondo del versante occidentale dei Colli.
Una valle che alla sua speciale bellezza unisce un grande interesse storico, essendo legata in particolare alle sistemazioni agrarie cinquecentesche, nel corso delle quali la Repubblica di Venezia istituì i famosi “retratti”. Un paesaggio insomma tra i più rappresentativi della storia del nostro territorio: le due ville che fanno da punto di partenza e di arrivo di questo tratto, villa Lando-Correr a Lozzo e villa Contarini-Venier a Vo’ Vecchio, ne sono un diretto richiamo, come si deduce dai nomi dei loro antichi proprietari.

L’assurdo pericolo che si sta profilando è che questo straordinario patrimonio, anziché essere valorizzato, venga svilito, prendendo a pretesto la cattiva gestione dei lavori svolti finora. La pista arginale, infatti, è stata realizzata a suo tempo con un fondo troppo grossolano, lasciato colpevolmente senza alcuna manutenzione.
Cosa si sta decidendo di fare ora sotto la spinta della fretta, pur sacrosanta, di concludere? Non di recuperare dignitosamente l’argine in questione, ma di abbandonarlo del tutto e mandare i cicloturisti sull’argine opposto, sul quale corre una strada asfaltata, ma stretta e trafficata. Insomma, in mezzo al traffico e allontanati dall’argine più panoramico.

Una soluzione per noi inaccettabile: alla perdita della valenza paesaggistica e all’aumento della pericolosità, si aggiunge anche lo spreco di ingenti risorse per un’opera che ora viene abbandonata (e poi ci si lamenta che mancano i fondi!). Alla luce di queste considerazioni rivolgiamo un pressante appello al Parco innanzitutto, ma anche alla Provincia e ai comuni interessati, perchè si orientino sulla scelta di valorizzare nel modo più autentico territorio e paesaggio.

Legambiente Este – Italia Nostra Este e Padova – L I P U
Gruppo Amici del Verde Padova – Associazione La Biolca –
Comitato Difesa Colli Euganei – Comitato Popolare Lasciateci Respirare – Associazione Santa Lucia del Rusta