Il grigio oltre le siepi

Nel bellissimo libroIl grigio oltre le siepi” edito da Nuova Dimensione, i due studiosi raccolgono i contributi di un convegno del 2003 sul paesaggio veneto e i suoi nemici, e a distanza di qualche anno non è sopita la sensazione di malessere e di disagio di fronte al fenomeno di antropizzazione dei luoghi sempre più aggressivo, in un Veneto che ha cancellato la propria identità per rincorrere il miracolo economico solo per la possibilità di fare soldi.

In ordine, il primo contributo che compare nel libro e magari quello che ne riassume meglio il senso è quello di Eugenio Turri, che descrive con intenso affetto ed empatia il paesaggio veneto e il germe che lo ha caratterizzato dalle origini: “Stretto tra le montagne e il mare, il Veneto trova le sue migliori caratterizzazioni nella fascia collinare e pedemontana. Essa è il luogo del più intenso popolamento, del paesaggio edificato consapevolmente dai veneti che ne hanno fatto il loro paradiso, il luogo delle dolcezze, delle ville aristocratiche, dei giardini, degli orti ben coltivati, dei vigneti generosi, il luogo delle città e delle campagne dove si ritrova più che altrove la presenza ispiratrice dell’agire umano, quella del genius locale, dello spirito che presiede al rapporto dell’uomo con la terra in cui vive e opera”; mentre oggi viviamo in una realtà spersonalizzata e f etente, in cui si è persa coscienza del proprio agire.

La preoccupante situazione per gli infiniti e senza fine oltraggi territoriali ha provocato atopia e spaesamento e gli orizzonti sono diventati “grigi”, il “grigio” dell’espansione del cemento e il “grigio” che richiama l’assenza di orizzonti.

Il libro vuole essere, oltre che una lucida analisi di quello che sta accadendo, anche un accorato monito a fermarsi per capire la situazione di smarrimento interiore e di malessere che viviamo e dare ascolto alla connessione che c’è tra la storia dei luoghi e la memoria dell’uomo, senza disdegnare il progresso, ma favorendolo attraverso politiche adeguate di sviluppo territoriale.

Roberta Di Luca – Redazione Ecopolis