PRATO DELLA VALLE/PIAZZA RABIN
Aumentano dubbi e perplessità . Serve moratoria edilizia

“Troppi dubbi sull’autosilos e sugli altri lavori in Prato della Valle e piazza Rabin: a questo punto un’amministrazione saggia dovrebbe prendersi una pausa di riflessione, fermarsi e riaprire il dibattito con la città”. Così Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova, che continua: “dallo stop della Soprintendenza ai beni architettonici ed ambientali alle cautele di quella ai beni archeologici, dal dubbi interni alla stessa maggioranza (anche se diversi) – Pisani, Colasio, Pipitone, Ruffini- alla contrarietà dell’opposizione, per finire col fronte compatto delle associazioni ambientaliste, Legambiente, Amissi del Piovego, Italia Nostra e del Comitato Memmo.

Non è possibile non tenerne conto, bisogna dichiarare una moratoria e riaprire il dibattito.”

Legambiente per parte sua ha lanciato l’allarme contro l’autosilos in zona Prato sin da quando la giunta del Sindaco Destro, con l’allora Assessore Menorello, lo annunciò nel 2002. E poi fu ferma nel criticare il progetto Crotti fin dal 2007.

“I nostri motivi – continua Passi – sono validi allora come oggi. Non solo per la manomissione del complesso monumentale Prato-Santa Giustina che il progetto Crotti comporta (tanto è vero che dal 1956 esiste il vincolo ambientale). Ma anche per la nocività della realizzazione di un silos da 600 posti in piazza Rabin, che tanto per cominciare vanifica i benefici del tram: chi lascerà l’auto al parcheggio scambiatore alla Guizza e prenderà il tram se ha la possibilità di parcheggiare dietro Prato della Valle?  Perché si sono investiti milioni di euro in infrastrutture come il tram, i parcheggi scambiatori alla Conselvana, Bembo e Piovese e le piste ciclabili lungo tutte le radiali che convergono verso il centro da sud che avevano come scopo dichiarato la riduzione del traffico (e dello smog) in entrata a Padova se poi si fanno gli autosilos proprio in centro (oltre a piazza Rabin non dimentichiamoci del Cledca e di piazza Mazzini)? invitando così le auto ad arrivare fin dentro le mura?

Al “partito del fare” che troppo spesso è il partito del cemento, preferiamo il partito del “non fare danni”, conclude Passi.