La prima osservazione al documento preliminare del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) riguarda la metodologia. Per monitorare l’applicazione del Piano anche ai fini di cogliere gli obiettivi indicati nella scheda, è indispensabile che ci si doti di indicatori. In assenza di indicatori certi, verificabili, coerenti gli obiettivi sono parole vuote e diventa impossibile garantire alla nostra Regione uno sviluppo sostenibile e di qualità che riporti in equilibrio la salvaguardia dell’ambiente e le funzioni della mobilità. Trattare il tematismo mobilità senza indicatori di programma e di verifica impedisce di comprendere se gli obiettivi sono stati colti e in quale percentuale per ridurre l’uso della risorsa suolo, garantire il diritto alla mobilità efficace ed efficiente di persone e merci nella nostra Regione, ridurre la quan tità di immissioni in atmosfera secondo gli accordi di Kyoto, ottimizzare le strutture esistenti, rompere il paradigma della automatica relazione tra crescita economica e crescita delle reti di trasporto, ecc.
Osservazioni sugli obiettivi specifici
Reti infrastrutturali: “ Razionalizzare e potenziare la rete delle infrastrutture e migliorare la mobilità nelle diverse tipologie di trasporto”.
Questa dichiarazione si presta alle seguenti osservazioni:
Non è chiaro a quale razionalizzazione si pensa di mettere mano. Se si pensa di evitare finalmente il fai da te tipico dei mille campanili della nostra Regione questa è una cosa saggia e necessaria per evitare il considerevole abuso e spreco di risorse. Sarebbe bene esplicitare a cosa si riferisce considerate sia le sovrapposizioni, sia le duplicità, sia lo spreco di una parte di infrastrutture esistenti nella nostra Regione. Fare sistema regionale significa anche far posto a sufficienti masse critiche in particolare per infrastrutture molto impattanti sul territorio e sull’ambiente attraverso il principio della concentrazione, della selettività, della valorizzazione territoriale baricentrica, delle economie di scala e sinergie funzionali con i territori circostanti in molti casi, della programmazione regionale. Vale la pena di sottolineare che la stessa Comunità Europea con l’adozione nel 2006 p er tutti gli Stati membri del libro bianco “la politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte” ha deciso il principio di sostenibilità nella programmazione delle reti dei trasporti tra cui spicca la necessità di ottimizzare l’uso delle strutture già esistenti di fronte all’esplosione della domanda di trasporto che consuma in Europa 10 ettari di suolo ogni giorno.
Il potenziamento delle infrastrutture dovrebbe indicare quale modello di sviluppo per la mobilità si propone alternativo all’attuale sistema ormai prossimo al collasso, nonostante le nuove arterie a pagamento inserite nella finanza di progetto o nella programmazione delle società autostradali. Una svolta decisa a favore del trasporto delle merci per ferrovia e via mare per medie e lunghe percorrenze, alternativa alla attuale situazione di traffici sarebbe improcrastinabile come scelta della programmazione regionale destinando almeno pari risorse a attenzioni di quanto oggi impegnato sulle strade. Altrettanto dovrebbe valere per il trasporto collettivo dei passeggeri attraverso un deciso potenziamento del trasporto pubblico locale alternativo all’uso dell’auto privata. Si dovrebbe indicare dentro i limiti temporali del Piano quanto si ritiene realistico realizzare in termini di passaggio di merci e persone verso modalità di trasporto diverse dalla gomma attraverso tappe intermedie basate su offerta infrastrutturale adeguata.
Città e territorio: “Migliorare l’accessibilità alla città e al territorio” e “ Migliorare l’accessibilità al sistema delle città e alle aree metropolitane”.
Vi avanziamo le seguenti osservazioni:
Bisogna fare una decisa scelta di campo a favore del trasporto pubblico per migliorare l’accessibilità delle nostre città. Questo impegno non compare in nessuno degli obiettivi esplicitati, nel mentre è l’effettiva priorità regionale. Vi chiediamo di inserire il potenziamento del TPL come vincolo della programmazione.
Bisogna liberare le città dalla morsa del traffico veicolare privato per migliorare efficacemente l’accessibilità alle città attraverso una serie di azioni alternative, complementari che dovrebbero guidare, coordinare, impostare il tutto (parcheggi scambiatori nelle tangenziali extracittà, maggiori frequenze delle corse dei mezzi pubblici, maggiore qualità a bordo e a terra dei mezzi pubblici, aumento della velocità commerciale dei mezzi pubblici tramite aumento delle corsie riservate, deciso sostegno all’avvio del SMFR, decisa scelta a favore dell’intermodalità con parcheggi scambiatori alle testate delle stazioni del SMFR con linee di adduzione del traffico e di servizio funzionali al cambio degli stili di vita degli utenti dell’auto privata).
Bisogna incoraggiare contestualmente la politica della mobilità lenta nei centri città tramite l’aumento di piste ciclabili e pedonali messe in sicurezza e in soluzioni di continuità.
La logistica: “Sviluppare il sistema logistico regionale” e “ Mettere a sistema la rete degli interporti e promuovere la logistica”.
Vi avanziamo le seguenti osservazioni:
Il sistema logistico regionale è prossimo al collasso perché nei fatti si riduce annualmente la % di merci trasportate con modalità diverse dalla gomma. Si dovrebbe indicare una precisa scelta di campo a favore dell’intermodalità del sistema logistico regionale sviluppando nettamente funzioni, infrastrutture e attività della ferrovia e dei porti della Regione.
Lo sviluppo del sistema logistico dovrebbe porsi il problema della qualità del servizio (merce trattata e lavorata per far lievitare il valore aggiunto della produzione e non solo quindi luogo di scambio e di transito delle merci). Uno sviluppo indistinto e generico dei Teu è sinonimo di crescita e sviluppo quantitativo di basso profilo e bassa qualità di fronte al consumo di territorio e di risorse ambientali non riproducibili.
Mettere a sistema tutto il settore dei trasporti è un’emergenza nazionale e veneta. Obiettivo quindi senz’altro condivisibile ma senza concentrazione e selezione ( quindi programmazione) continueremo ad essere con bassa capacità e massa critica di fronte agli agguerriti competitori del nord Europa. Nel fare sistema si dovrebbero privilegiare convenienze di sistema in tutte le attività del settore ( porti, aeroporti, interporti e logistica).
Ilario Simonaggio – Segretario Generale FILT CGIL Veneto