ECOSISTEMA URBANO, L’ANNUALE RAPPORTO DI LEGAMBIENTE E SOLE 24 ORE SULLA QUALITA’ AMBIENTALE DEI COMUNI CAPOLUOGO
MIGLIORANO POLITICHE ENERGETICHE E GESTIONALI, AUMENTANO ZONE PEDONALI E PISTE CICLABILI
MA l’ALLUVIONE EDILIZIA E IL POCO VERDE FRUIBILE SONO LA NOSTRA ZAVORRA
MIGLIORANO POLITICHE ENERGETICHE E GESTIONALI, AUMENTANO ZONE PEDONALI E PISTE CICLABILI
MA l’ALLUVIONE EDILIZIA E IL POCO VERDE FRUIBILE SONO LA NOSTRA ZAVORRA
La città del Santo nel 2005 era il fanalino di coda dei capoluogo del Veneto. Quest’anno invece “sorpassa” Verona, Vicenza e Treviso. Da tre anni il trend ha iniziato ad invertirsi, e Padova in tre anni guadagna 12 posizioni (3 nell’ultimo anno). Oggi è passata dal 76esimo posto al 64esimo nella “classifica ambientale” dei capoluoghi, redatta da Legambiente, in collaborazione con il Sole 24 ore. Si tratta di Ecosistema urbano, l’annuale rapporto nazionale sullo stato di salute ambientale delle città italiane, che Legambiente redige utilizzando i dati ambientali forniti dai Comuni stessi (richiesti appositamente dall’Associazione ai Comuni per compilare la presente ricerca).
La risalita di Padova (clicca qui per vedere le tabelle) si deve grazie ad alcuni balzi in avanti riguardanti politiche energetiche e gestionali e lo sviluppo di piste ciclabili e zone pedonali.
La miglior performance di Padova e quella dell’Ecomanagement (quinta posizione) cioè per gli “acquisti verdi” di Palazzo Moroni (materiali e servizi ad alta efficienza energetica o con etichetta ecologica). Bene anche per il piccolo ma significativo incremento dei passeggeri (139 viaggi per abitante l’anno contro i 134 dello scorso anno) che usano il trasporto pubblico (sesta posizione).
Padova è però encomiabile (11 posizione) anche per l’uso di combustibili puliti usati per spostarsi e riscaldarsi: Biodiesel ricavato da biomasse (una scelta fortemente voluta dall’assessore all’ambiente Bicciato) o metano. Buon risultato anche per quanto riguarda l’estensione delle zone pedonalizzate: settimo posto.
Bene, anche per le politiche di promozione del risparmio energetico e delle energie rinnovabili, dove si colloca al 15 posto.
Bene infine anche la raccolta differenziata, che supera il 40% consentendo a Padova di collocarsi in 21esima posizione.
Fin qui i risultati positivi. Tra quelli negativi un po’ tutti quelli che riguardano i consumi e gli sprechi: cresce il consumo di carburanti dove siamo passati dal 67esimo al 95esimo posto, e di elettricità (da 79esimi dello scorso anno siamo al 95esimo posto), la produzione di rifiuti ci colloca 83esimi tra i capoluoghi italiani.
Anche la qualità di beni comuni come aria, acqua, verde ci vede in fondo alla classifica: diminuisce un po’ la concentrazione media annuale del PM10 ma Padova è 83esima. Non va bene neanche per la concentrazione media di biossido di azoto dove risultiamo 67esimi. E per l’ozono: a causa del numero di superamenti del limite di legge ci ritroviamo 58esimi. Nonostante cresca un po’ la quantità di verde urbano fruibile procapite Padova certo non brilla con il suo 46esimo posto, anche perché i 9.65 metri procapite a disposizione dei cittadini padovani sono ancora ben lontani dai 18 previsti dagli standard di legge.
“Che Padova migliori le sue posizioni per il terzo anno consecutivo è incoraggiante – commenta Lucio Passi- coordinatore di Legambiente Padova- alcuni risultati premiano il lavoro dell’Assessore all’Ambiente Francesco Bicciato e l’azione delle associazioni ambientaliste. Ma dobbiamo impegnarci tutti di più, perché resta ancora molto da fare, sia per diminuire consumi e sprechi, sia per migliorare la qualità dei beni comuni: aria, verde, acqua. C’è bisogno che una città ricca come la nostra, con tanto di Università e punti di eccellenza economica, tecnologica e culturale decida seriamente di investire in qualità urbana e ambiente. E a crederci per primi debbono essere non solo i nostri amministratori, tutti, ma anche il mondo imprenditoriale. La sfida dei cambiamenti climatici costituisce una straordinaria occasione di coniugare economia ed ambiente. Basti pensare all’energia: diffondere i pannelli fotovoltaici sui tetti padovani fa risparmiare i cittadini e produce reddito per chi li produce e li installa. Padova a zero CO2 deve diventare la bussola per lo sviluppo dei prossimi vent’anni. Altro che GRA e alluvione edilizia…
Purtroppo non basta avere un buon Assessore all’ambiente se poi gli altri assessori guardano altrove. E così la politica urbanistica continua la corsa all’edificazione, con tutti i guasti che a cascata comporta: aumento della mobilità privata, inquinamento, perdita di qualità territoriale…
La qualità ambientale – conclude Passi – quella che, in definitiva, misura la qualità della vita in città, determinando molte delle condizioni sanitarie e delle relazioni sociali, deve essere messa al centro di una politica collegiale della nostra Amministrazione, che deve acquisire la cultura della sostenibilità ambientale. Non è un caso che le situazioni di degrado e microcriminalità che esistono nella nostra città, si verificano in zone dove l’urbanizzazione è proceduta in maniere selvaggia, devastando ed estraneando i territori agli stessi padovani.